venerdì 8 febbraio 2013

"Un giorno questo dolore ti sarà utile", Peter Cameron

Dopo un romanzo di formazione siberiano, duro e "fisico", Letture Precarie fa il giro del mondo per incontrare un altro ragazzo anch'esso alle prese con la passaggio all'età adulta, seppure con uno spirito del tutto diverso. Siamo a New York e James Sveck, diciottenne che ha finito il liceo e sta per approdare alla prestigiosa università Brown di Rhode Island, affronta un'estate decisiva per la sua crescita. James si definisce egli stesso un "disadattato": odia i suoi coetanei e i rapporti interpersonali in genere, è un maniaco del linguaggio e del suo uso corretto, adora i libri e nei suoi progetti non c'è assolutamente quello di andare all'università, nonostante le aspettative dei genitori. Il suo "piano B" è di acquistare una grande casa coloniale nel Midwest e dedicarsi da autodidatta allo studio della letteratura. La sua asocialità viene meno con due sole persone: la nonna Nanette, dolce, saggia e comprensiva, e un esperto d'arte assunto nella galleria della madre di James, John Webster. Sarà proprio a causa dell'incrinarsi dei rapporti con quest'ultimo che James dovrà affrontare una volta per tutte la propria perpetua infelicità e finalmente fare delle scelte.
Il paragone che salta subito alla mente leggendo "Un giorno questo dolore ti sarà utile" è quello con Holden Caulfield: James è alle prese con l'avvento dell'età adulta, con la necessità di prendere delle decisioni, e come Holden sceglie la fuga. Ciò che cambia è il mondo che li circonda e la sua complessità. James è alle prese con una madre affettata e stressata, il cui terzo matrimonio è appena naufragato durante il viaggio di nozze, un padre che vive per il lavoro e che si vuole sottoporre ad un intervento di chirurgia estetica, una sorella arrivista ed egocentrica, fidanzata con un professore sposato. La famiglia Sveck è il ritratto di un mondo, il nostro, allo sbando, smarrito, in cui i veri valori, le cose genuine e semplici sono ormai smarrite, e dove il dolore e la solitudine sono così forti e persistenti da essere quasi dimenticati. L'unica via per James è la fuga, seppur rocambolesca. L'alternativa è quella che gli fornisce Nanette: accettare il dolore come qualcosa di formativo, che ci fa crescere, migliorare e che ci guida verso vie nuove e migliori. 
"Questo dolore un giorno ti sarà utile" è uno splendido romanzo di formazione contemporaneo (uno dei migliori letti negli ultimi anni insieme a "Qualcuno con cui correre") e una spietata e lucida critica della nostra società. Cameron scrive in modo leggero, tagliente e divertente. Da leggere, assolutamente, anche se avete passato i diciotto anni.

lunedì 4 febbraio 2013

"Educazione siberiana", Nicolai Lilin


Nicolai Lilin è uno scrittore russo, naturalizzato italiano, con alle spalle una storia incredibile di violenza che ha raccontato in diversi romanzi e racconti. “Educazione siberiana”, edito da Einaudi nel 2009, è il suo romanzo d’esordio e racconta la sua vita a Bender, in Transnitria, dalla nascita, nel 1980, ai 18 anni. Lilin è nato e cresciuto nell’ambiente criminale degli Urka Siberiani, educato secondo i principi ferrei di questo clan malavitoso. L’onore, le violenze, le scarse prospettive di riscatto dei giovani siberiani, fuori e dentro le carceri russe, vengono narrate dall’autore con un verismo crudo e tagliente. Le risse, gli stupri, gli omicidi legati a vendetta e onore, sono all’ordine del giorno in questo mondo che si fonda su regole rigide e su una propria precisa filosofia, i cui principi basilari sono la profonda venerazione religiosa, il rispetto per gli anziani e la famiglia, l’odio verso la legge e lo Stato, la sottomissione completa al volere del gruppo criminale. A tratti l’impressione è che non si possa trattare di una storia vera, tanto è assurdo, per noi che viviamo a migliaia di chilometri, che certi episodi possano accadere a bambini e ragazzini. I protagonisti del romanzo sono, come me, nati agli inizi degli anni Ottanta e il mio istinto naturale è stato quello di pensare alla mia infanzia candida e protetta mentre leggevo del primo coltello di Lilin, del carcere minorile o di alcune efferate vendette. Insomma, il mondo di “Educazione siberiana” è talmente vivido nella sua cruda e cieca violenza da sembrare irreale.
“Educazione siberiana” è un romanzo difficile da leggere. Ha una struttura molto complessa fatta di flashback, digressioni, aneddoti, che si mescolano alla narrazione principale appesantendola e rendendo difficoltoso seguirne le fila. Soprattutto la parte iniziale del romanzo è molto pensante, con Lilin che snocciola tutte le regole e i precetti Urka, mentre in seguito si fa più ritmato e te lo divori in fretta. Il linguaggio è scarno e duro, ma mai volgare. Certo, la violenza che viene descritta è veramente estrema, incredibile e difficile da affrontare. In particolare ho trovato veramente faticoso procedere con la lettura di un episodio di violenza in carcere minorile, per via delle descrizioni dettagliate delle efferate torture subite da alcuni ragazzi, mi sentivo quasi male.
Tutto sommato è un libro che segna e che, se si ha il coraggio, andrebbe letto per conoscere un mondo lontano anni luce dal nostro e allo stesso tempo molto vicino.