Dopo un anno
di attesa è finalmente arrivato anche in Italia “1Q84 parte III”, il capitolo
conclusivo della trilogia di Murakami Haruki (qui potete leggere il mio
commento alle prime due parti). Avevamo lasciato Tengo e Aomame sempre più
immersi nel mondo onirico e complesso che la stessa Aomame ha ribattezzato
1Q84, una realtà parallela a quella del reale anno 1984. La donna è in fuga e
deve nascondersi dopo l’omicidio di Tamotsu Fukada, Leader dell’inquietante
setta religiosa Sakigake. Alle sue calcagna è stato messo un detective privato,
Ushikawa, che in questo terzo capitolo diventa la terza voce narrante della
storia, insieme ai due protagonisti. Tengo è invece alle prese col proprio
passato, del quale tenta di svelare alcuni grandi segreti che il padre, ormai
in coma irreversibile, non gli ha mai voluto rivelare. I due giovani vivono due
realtà che corrono parallele, caratterizzate entrambe da una serie di
coincidenze che li mettono in contatto, senza però mai farli incontrare. I
tramite tra le loro vite sono due: Ushikawa, che pedina Tengo per arrivare ad
Aomame e, seppur involontariamente li avvicina, e un ricordo che entrambi
conservano nel loro cuore: una stretta di mano che si sono scambiati da
bambini, vent’anni prima, e che per sempre ha segnato le loro esistenze. Aggrappati
a questo episodio lontano, scrutati dall’alto dalle due lune, quella grande e
candida e quella piccola, irregolare e verdastra, i due si cercano senza sosta,
ma il loro amore per realizzarsi non deve solo superare una serie di prove
difficili, come in un romanzo cavalleresco, ma deve scavalcare le leggi del
tempo e dello spazio, giungere in un’altra dimensione e da questa fuggire,
finalmente riuniti.
In questo
terzo capitolo Murakami abbandona parzialmente quelli che sono i suoi tipici
temi dominanti per concentrarsi sull’amore puro, fatale di Aomame e Tengo. I
loro destini sono distanti eppure intrecciati, e l’intero universo si modifica
affinché ciò che deve avvenire possa giungere a compimento. Ma su questo mondo
incombono le due lune, i Little People, feriti e pronti a ritornare coi loro
vaticini, e la piccola cosa che Aomame custodisce e protegge a costo della
propria vita. Murakami ancora una volta riesce a trascinarci nel suo mondo
illogico, onirico e fantastico, dove tutto può accadere e dove le normali leggi
che regolano l’universo sono capovolte e dissacrate.
Come avevo
già scritto nella recensione alle parti I e II, la principale caratteristica di
questo grande scrittore è che non lascia alcun lettore indifferente: il suo
stile unico o conquista e ammalia, senza riserve, o non viene capito e il libro
viene abbandonato. Da grande fan di Murakami ho affrontato 1Q84 ben consapevole
di ciò che probabilmente vi avrei trovato e anche conscia che alcuni concetti,
su cui l’intera opera è fondata, sarebbero rimasti misteriosi. Sono certa che
per un nuovo lettore di Murakami arrivare in fondo a tre libri e ritrovarvi un
finale aperto, privo di risposte, in cui si ha l’impressione che una nuova
storia stia per partire ma che probabilmente non ci verrà mai raccontata, sia
decisamente frustrante. Ma è proprio questo il fascino delle sue opere:
chiudendo 1Q84 si ha l’impressione che i personaggi al suo interno
continueranno a vivere, le lune a brillare nel cielo e i Little People a
intrecciare la loro crisalide d’aria, come se, insieme ad Aomame e Tengo, anche
noi avessimo percorso la scala della tangenziale a ritroso e fossimo tornati
alla realtà (forse) abbandonando un mondo che però continuerà a esistere.
Consigliatissimo a chi ama stili letterari complessi e
vuole abbandonarsi a un’esperienza di lettura complicata e onirica.
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