Poco prima del suo nono compleanno, Rose assaggia la torta al limone, glassata di cioccolato, che la madre ha preparato per lei, e rimane annichilita dalla tristezza, dall'insoddisfazione e dal senso di vuoto che le pervadono la bocca. Rose scopre così il suo particolare talento, il suo dono speciale: la capacità di sentire nei cibi il sapore dei sentimenti provati da coloro che li hanno cucinati. Attraverso le papille gustative della bambina, Aimee Bender ci guida attraverso i più inconfessabili segreti delle famiglie per bene americane, scava sotto la corazza del perbenismo e dei sorrisi stampati, per giungere alle insoddisfazioni e alle taciute verità che sotto di essa si annidano. Il vero volto della famiglia di Rose, i cui membri diligentemente ogni sera si riuniscono attorno al tavolo della cena, comincia via via a palesarsi alla ragazzina che seguirà, attraverso il cibo che ingurgita, l'evolversi dei loro sentimenti profondi, che da sempre si nascondono l'un l'altro. La tipica famiglia americana felice che incarnano alla perfezione, boccone dopo boccone, inizia a prendere le sembianze di un gruppo male assortito di persone che non hanno nulla in comune né qualcosa da condividere, ma che sono costrette da legami invisibili a rimanere unite da legami indissolubili.
La scrittura frizzante di Aimee Bender è trascinante ed è stata una vera e propria boccata di aria fresca. La storia, a tratti surreale, racchiude una profonda e critica analisi della famiglia tradizionale e anche dell'incolmabile divario tra il nostro mondo interiore e ciò che di noi proiettiamo all'esterno. Un divario tanto profondo da rendere la vita di Rose un vero inferno di scoperte indesiderate e di solitudine.
Un romanzo profondo, agrodolce ed estremamente delicato che non può che farsi amare. Assolutamente da sperimentare.
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