Marito, altresì detto
Varguitas, è un diciottenne studente di giurisprudenza, che lavora come
direttore della sezione informazioni della radio Panamericana, a Lima,
coltivando l’ambizione di diventare scrittore. L’anno tra il 1953 e il 1954
cambierà per sempre la sua vita a causa di due arrivi dalla Bolivia: da un lato
la bella Zia Julia, zia acquisita, trentaduenne procace e divorziata, in cerca
di un nuovo marito; dall’altra lo stravagante Pedro Camacho, autore di romanzi
radiofonici che viene assunto dalla radio Central, di proprietà della famiglia
Genaro come Panamericana. La storia si dipana in venti capitoli, in cui quelli
dispari (più l’ultimo) raccontano le vicende di Marito, alle prese con lo
sbocciare di un amore romantico e contrastano, a causa della differenza di età
e dello status di divorziata, per la Zia Julia, e i tentativi di scrivere i
primi racconti; i capitoli pari invece riportano le storie narrate nei romanzi
radiofonici da Pedro Camacho. Quest’ultimo riesce a partorire una serie quasi
infinita di racconti in stile pomposo, linguaggio arzigogolato e soprattutto
dalle trame che lentamente cominciano a distaccarsi dalla realtà per divenire
sempre più assurde e complicate. Il povero scriba boliviano, infatti, diviene
vittima della propria stessa vulcanica fantasia e creatività, perde il filo
delle proprie storie e dei propri infiniti personaggi.
Il quesito principale che
i lettori si pongono riguardo a “Zia Julia e lo scribacchino” è: si tratta di
un romanzo autobiografico? La risposta non è così scontata. Da un lato il
protagonista e voce narrante della storia è Marito (diminutivo di Mario) o
Varguitas (distorsione di Vargas), che studiò all’Università San Marcos di Lima
giurisprudenza, lavorò alla radio redigendo bollettini ed effettivamente sposò
(ancora minorenne) una zia acquisita di nome Julia Urquidi Illanes (cui il romanzo è dedicato). Anche nel capitolo
finale Marito torna in Perù, ormai scrittore affermato, ed è impossibile non
riconoscervi il premio Nobel per la Letteratura 2010. D’altro canto è però
presente una fortissima componente fantasiosa (i romanzi di Camacho sono
riportati in una forma che di certo non poteva essere quella reale poiché
pochissimi sono i dialoghi riportati, mentre è ovvio che in un romanzo
radiofonico tutto si basa sul dibattito tra diversi personaggi). La risposta ci
viene fornita dallo stesso Vargas Llosa: “[…] come in tutto quanto ho scritto,
sono partito da alcune esperienze ancora vive nella mia memoria e stimolanti
per la mia immaginazione e ho fantasticato qualcosa che riflette in modo molto
infedele quei materiali di lavoro. Non si scrivono romanzi per raccontare la
vita, ma per trasformarla, aggiungendovi qualcosa” (“La verità delle menzogne”,
Mario Vargas Llosa)
La figura di Camacho è
particolarmente interessante: egli è l’incarnazione delle paure di Marito e
delle sue ambizioni. È quasi analfabeta, non ha mai letto un libro (tranne una
sorta di bibbia delle citazioni famose), usa uno stile discutibile, disprezza
l’opinione del suo pubblico e non rilegge mai quanto scritto. Marito, per
contro, scrive tentando di trarre ispirazione dai grandi maestri della
narrativa mondiale, che conosce e apprezza, legge e rilegge i propri racconti e
non ne è mai soddisfatto, cerca l’approvazione delle persone che lo circondano.
Eppure Camacho è una sorta di star, che riesce a tenere una nazione intera
attaccata alla radio per ascoltare i suoi racconti. Marito ne è affascinato ma
allo stesso tempo infastidito. In questo contrasto si puô leggere una
riflessione di Vargas Llosa sullo stato della letteratura latino-americana che
all’epoca (siamo negli anni Sessanta quanto la prima versione de “La Zia Julia”
venne pubblicata) era ancora alla ricerca di una propria identità e di voci che
sapessero superare i confini nazionali ed essere ascoltate anche nella vecchia
Europa.
Era un po’ di tempo che
non leggevo autori sudamericani (che per anni sono stati una vera e propria
ossessione) e questo romanzo mi ha trascinata nuovamente in quel mondo
colorato, stravagante e magico che mi ha sempre affascinata. Un ottima lettura,
particolare e ironica.
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