In
attesa del film tratto da “Il paradiso degli orchi” (che purtroppo a quanto
pare in Inghilterra non verrà distribuito), la Lettura Precaria di oggi è il terzo
capitolo della saga della stramba
famiglia Malaussène. Dopo aver aiutato a risolvere il caso degli anziani
tossicodipendenti di Parigi, di cui inizialmente era stato accusato ne “La fata
carabina” (vedi recensione), Benjamin Malaussène torna alla sua vita di sempre
in compagnia della sua strana famiglia di orfani, alla sua amata Julie e ai due
nuovi arrivati, l’ispettore Van Thian e la piccola e iraconda Verdun, nata da
poco e subito abbandonata dalla mamma Malaussène, fuggita a Venezia col suo
nuovo amore, il commissario di polizia Pastor. Benjamin però ha un nuovo
cruccio, oltre a quello di essere il Capro Espiatorio delle Edizioni del
Taglione: Clara, la sua adorata sorella minore, ha conosciuto un uomo e lo sta
per sposare, contro la sua volontà. Il suo nome è Clarence (“Clara e Clarence… m’immagino la faccia della
regina Zabo se avesse trovato una cosa del genere in un manoscritto! Clara e
Clarence! Nemmeno la serie Harmony avrebbe il coraggio di inventarsi una perla
simile.”) Sant’Inverno, ha quasi sessant’anni ed è il direttore di un
carcere modello parigino. Qui egli porta avanti idee rivoluzionarie sulla
detenzione dei criminali, che considera creatori che non hanno trovato
un’occupazione, e li indirizza verso le arti. C’è chi dipinge, chi recita, chi
scrive e chi suona i più svariati strumenti musicali. Tutto sembra perfetto, meraviglioso
e paradisiaco, finché, la notte prima del matrimonio, Sant’Inverno non viene
brutalmente trucidato. La famiglia Malaussène è di nuovo implicata in una torva
storia di violenza ma questa volta, invece di gettarvisi a capofitto nel
tentativo di risolvere il caso, Benjamin e i suoi fratelli decidono, su consiglio
del commissario Rabdomant che ormai ne conosce la capacità di ficcarsi nei
guai, di dedicarsi a tutt’altra attività: la Regina Zabo infatti chiede a
Benjamin di interpretare un famosissimo scrittore, che ha venduto milioni di
copie di romanzi molto commerciali, e per questo disprezzati da Benjamin ma
adorati dalle sue sorelle. Il vero scrittore d’oro, in realtà un famoso
ministro, e vuole rimanere anonimo, protetto dallo pseudonimo J.L.B. e dal
volto di Benjamin. L’impresa, che sembra umiliante e svilente come tutti gli
incarichi di Capro Espiatorio al Taglione ma parecchio remunerativa, dovrebbe
essere uno scherzo per Benjamin, ma ovviamente, quando di mezzo c’è la famiglia
Malaussène, nulla è come sembra e i colpi di scena sono dietro l’angolo.
C’è ben poco da dire su questo romanzo sennonché
si tratta dell’ennesima bella prova dell’ottimo Pennac, che con la sua ironia e
fantasia ci dipinge una famiglia che è tanto splendida e semplice da risultare
surreale. Mentre Parigi sembra un Far West di sparatorie, violenza, criminalità
e menzogne, il candore estremo e la bontà dei Malaussène sono un faro nella
notte, e rappresentano una speranza palpitante e contagiosa. Una serie di
romanzi che inevitabilmente ha segnato la storia della letteratura
contemporanea e che resta nei cuori dei suoi lettori.
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