Douglas e Connie sono due persone completamente diverse. Connie è un'artista, sognatrice, caotica, Douglas è un biochimico, preciso, ossessivo nella sua ricerca dell'ordine e della perfezione. Eppure, nonostante le differenze, i due si innamorano e trascorrono venticinque anni insieme, tra alti e bassi. Fino a una notte d'estate, in cui Douglas viene svegliato da Connie che gli annuncia di volerlo lasciare non appena Albie, loro figlio, partirà per il college. Nonostante la crisi di coppia, la famiglia Petersen decide di partire per il "Grand Tour", un viaggio lungo un mese, in giro per l'Europa, per visitare i musei e le gallerie d'arte più famosi del mondo. Se per Connie questa rappresenta l'ultima vacanza della famiglia unita e per Albie è una tortura dover viaggiare con i propri genitori invece di andare a Ibiza con gli amici, per Douglas il viaggio rappresenta l'ultima possibilità di riconquistare Connie e salvare il suo matrimonio. Ma ben presto le tensioni accumulate negli anni hanno il sopravvento e il rapporto conflittuale tra padre e figlio intossica lo spirito della vacanza, tanto da indurre Albie, dopo l'ennesima lite con suo padre, a fuggire con Kat, una giovane artista di strada. Douglas si mette sulle sue tracce, in un disperato tentativo di riunire la sua disastrata famiglia, ricucire il rapporto con suo figlio e riconquistare il cuore di Connie.
"Noi" è il secondo romanzo di David Nicholls che leggo, dopo "Un giorno", il libro che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Dall'amore tra due persone che crescono insieme, Nicholls passa ad un'altra generazione, quella dei cinquantenni. Se "Un giorno" mi era molto piaciuto perché (al netto della lacrimosa storia d'amore) rappresenta in modo molto veritiero e accurato il passaggio dagli spensierati vent'anni alla vera età adulta, "Noi" mi ha creato non poca ansia. Di nuovo il punto focale della mia attenzione non è la storia d'amore (un divorzio dopo venticinque anni insieme deve essere tremendamente straziante, ma Connie e Douglas sono oggettivamente due persone antitetiche, e a tratti ne sono fin troppo consapevoli), ma il complicato rapporto tra Albie e Douglas. Sia da un punto di vista di figlia, sia di potenziale futura genitrice, il circolo vizioso di tensioni, accuse, incapacità di dialogo tra padre e figlio (con la madre che tenta, con non troppo successo, di mantenere un ruolo neutrale) sono stati estremamente ansiogeni durante la lettura. Passavo dall'immedesimarmi con l'uno e con l'altro personaggio, sentendo sempre e comunque il peso di questo muro di incomunicabilità tra i due, la frustrazione di tutti quei tentativi fallimentari di distendere le cose. La colpa, in questo caso come in quasi tutti i casi, non sta mai da un'unica parte ed è un buon esercizio sentire le ragioni di entrambe le generazioni.
Nicholls è un buono scrittore. Ha un acuto senso dell'umorismo e, forse per la sua esperienza come sceneggiatore televisivo e cinematografico, le sue storie non sono mai banali nel loro svolgimento e i personaggi e il loro mondo sono coinvolgenti e vivi. Questo fa di " Noi" un libro che si legge con piacere, anche se mai a cuor leggero.
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