martedì 19 marzo 2013

"Il paradiso degli orchi", Daniel Pennac


Altro regalo molto gradito (la mia fama di lettrice incallita mi precede e alla mia partenza molti mi hanno rifornita di preziosissima materia prima per affrontare, come si deve, il mio viaggio verso l’ignoto. In questo caso grazie a Veronica e alla sua passione sfrenata per Pennac). Ho iniziato la saga dei Malaussène e in due giorni ho divorato il “Paradiso degli orchi” (ora sono già in dirittura d’arrivo de “La fata carabina”, preparatevi.). La trama è apparentemente semplice, ma i protagonisti di questa serie di gialli dalle venature noir non lo sono affatto. Siamo nella Parigi degli anni Ottanta e in un frequentatissimo grande magazzino del centro un uomo, dall’aspetto tanto comune da passare inosservato e dall’età indefinibile, viene chiamato insistentemente dall’altoparlante. È il Signor Benjamin Malaussène, assunto dal grande magazzino come “capro espiatorio”. È infatti lui che ad ogni reclamo della clientela si presenta, prendendosi ogni colpa e reagendo con tanta mestizia e disperazione alle lamentele da costringere, per buon cuore, i clienti a ritirare le denunce. Ma Malaussène di strambo non ha solo il lavoro: è figlio di una donna dai mille amori e dalle mille gravidanze, sempre in giro per il mondo, padrone di Julius, un enorme cane epilettico e dall’odore repellente, e fratello maggiore e tutore di una sfilza di ragazzi dal padre ignoto e dalle particolari doti e attitudini: Louna aspetta un bambino dal suo grande amore ma questi la vuole abbandonare per paura della paternità; Clara è un’appassionata fotografa ed osservatrice del mondo, Thérèse, una cartomante e chiaroveggente dalle doti fuori dal comune (anche se, come una novella Cassandra, difficilmente viene creduta), Jérémy, poco avvezzo allo studio ma bravissimo con le scienze applicate, ed infine il Piccolo, dagli occhiali cerchiati di rosa e che sogna Orchi di Natale divoratori di bambini. Alla già complicata vita del Signor Malaussène si unisce anche una serie di efferati omicidi che vanno in scena nel grande magazzino: anziani avventori vengono fatti esplodere, senza lasciare indizi e senza apparenti motivi, nel bel mezzo della folla intenta a fare acquisti. E che capro espiatorio sarebbe Malaussène se non venisse  immediatamente sospettato delle violente dipartite? Solo grazie all’aiuto della sua prodigiosa famiglia e di una bella giornalista misteriosa, zia Julia, Malaussène potrà aiutare la giustizia ad incastrare il vero serial killer.
Pennac anche in questa saga si dimostra un narratore dalle doti straordinarie, grazie alla sua ironia dissacrante e al ritmo frenetico (spesso quasi confusionario) che imprime alle sue storie, sempre divertenti e mai banali, tra colpi di scena, sarcasmo e un mistero oscuro da risolvere. Ideale per le fredde giornate d’inverno, per perdersi in una Parigi fantasiosa e quasi fiabesca.

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