domenica 22 gennaio 2012

“Memoria delle mie puttane tristi”, Gabriel Garcia Marquez


Il penultimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez è una bella fiaba sulla vecchiaia e sull’amore. Il giorno del suo novantesimo compleanno il protagonista/narratore decide di consacrare una vita trascorsa tra bordelli e relazioni passeggere regalandosi una notte con una prostituta vergine. Immediatamente si rivolge alla fidata magnaccia Rosa Cabarcas la quale riesce a trovare un’operaia quattordicenne, vergine, spaventata e disperata, da offrirgli in sacrificio. Il vecchio libertino si troverà con sorpresa dinnanzi ad una fanciulla profondamente e inesorabilmente addormentata. Piano piano al trascorrere delle notti coricato al fianco della giovane, osservandone il sonno, egli conoscerà una delle poche cose che nella sua vita di nonagenario non aveva mai incontrato: L’Amore. L’Amore folle che fa sospirare e soffrire, che tiene svegli la notte, che fa battere forte il cuore e porta fino al limite di sé stessi, fino a sentire la morte accanto. Una bella storia di riflessione sulla vecchiaia, sulla vita e sulla morte e sull’universalità dei sentimenti, che si dipana nello stile più romantico di Marquez, tra bordelli dove i bambini diventano uomini per mano a giocose matrone, battelli della posta sempre in ritardo e quel pizzico di magia e fatalità che sono parte del folklore della sua Colombia. Non certamente una delle sue opere migliori ma un buon libro per chi ama Gabriel Garcia Marquez e gli scrittori sudamericani.

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