giovedì 25 aprile 2013

"Guardami", Jennifer Egan


Se avete letto “Il tempo è un bastardo” (se non lo avete fatto, procuratevelo immediatamente o almeno leggete la recensione di Letture Precarie qui) e “Scatola nera” (recensione qui), e li avete adorati, “Guardami” vi piacerà sicuramente. Questo romanzo infatti contiene moltissimi degli elementi che caratterizzano lo stile inconfondibile della Egan, in particolare compaiono molti aspetti ripresi nel fortunatissimo “Il tempo è un bastardo” (vincitore nel 2011 del premio Pulitzer e del National Book Critics Circle award, acclamato dalla critica e dai suoi lettori, tanto per intenderci). Questo romanzo è però stato “rispolverato” dalle case editrici proprio in seguito al successo del suo successore. Ricordatelo bene mentre leggerete “Guardami”: è stato scritto a partire dalla metà degli anni Novanta, la Egan ci ha lavorato per sei anni e la sua stesura è stata completata prima dell’11 settembre 2001. I protagonisti sono anche in questo romanzo numerosi e complessi. La protagonista indiscussa può essere considerata Charlotte, una modella trentacinquenne, new yorkese di adozione, che nelle pagine iniziali del libro viene devastata da un terribile incidente d’auto, in seguito al quale il suo volto deve essere completamente ricostruito e tenuto insieme da ottanta viti di titanio. Per una donna che ha costruito la propria esistenza intorno all'apparire si tratta di un vero e proprio dramma, soprattutto quando si rende conto che il suo habitat naturale, il jet-set di New York, la oltrepassa con lo sguardo, senza riconoscerla. Ma non è la sola Charlotte del romanzo. Nel suo paese natale, Rockford, Illinois, una sedicenne (Charlotte anche lei) è vittima del bullismo dei coetanei e schiacciata dalla leucemia che ha colpito suo fratello Ricky, e si rifugia in un amore idealizzato per un misterioso professore di matematica dal passato misterioso. Ma non sono le uniche voci del romanzo. C’è Moose, che da ragazzo d’oro del suo liceo è diventato professore di storia, depresso e perseguitato da una visione che ha avuto sul bordo di una strada trafficata. C’è un detective che lotta per riavere le proprie figlie e per trovare un misterioso uomo di nome Z. E poi c’è Irene, un terrorista libanese, le giovani modelle di New York, un barbone ossessionato dall’igiene personale. Come sempre la Egan ci presenta una serie di ritratti di persone a loro modo speciali e uniche, i cui destini inevitabilmente si intrecciano in un mondo immenso ma che vive di interconnessioni, coincidenze e destini.
Seppure non raggiunga le vette de “Il tempo è un bastardo”, la Egan ci regala un’altra prova di grande scrittura e capacità di raccontare storie che rimangono addosso al lettore. Se in questo caso è meno marcata la sperimentazione linguistica, è notevole la capacità, quasi chiaroveggente, di prevedere l’esplosione di certi media: Charlotte-adulta viene coinvolta, per risollevare la propria sorte, in un progetto mediatico che è un rudimento del futuro (ricordate quando il libro è stato scritto!) Facebook, mescolato con il “Grande Fratello”, una vera e propria spettacolarizzazione del proprio privato. Tutte cose poco usuali alla fine degli anni Novanta. Anche la vicenda del terrorista libanese e dell’odio cieco verso un’America che non sa solo offrire sogni, ma anche terribili incubi, e che inesorabilmente ingloba le coscienze e le omologa fino a farle sentire parte di qualcosa di astratto e potente, risulta una lucida e profonda critica al contesto statunitense pre-11 settembre.
Se non avete ancora provato questa meravigliosa scrittrice, dovete farlo assolutamente. Se già la conoscete e la amate, avrete solo un’ulteriore conferma del suo talento di narratrice.

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