C’è una parola che descrive alla perfezione cosa ho provato leggendo
il primo romanzo “da grande” della Rowling ed è “stupore”. Sono stata una
grande fan di Harry Potter (anche se non di primissima mano) e ho acquistato
l’ebook de “Il seggio vacante” più che altro per curiosità. Ho aspettato un po’
a cominciare la lettura perché temevo sarebbe stata una delusione cocente e
atroce leggere la Rowling senza Harry, Hermione e Ron. Invece questo romanzo è
qualcosa di talmente diverso dalle sue opere precedenti che ben presto si
smette di desiderare ardentemente che qualcuno voli su una scopa o tenga in
gabbia una civetta. Siamo a Pagford, ridente e tradizionale villaggio inglese,
tanto da piccolo da non essere considerato indipendente dalla vicina città di
Yarvil. Al suo interno la vita trascorre tranquilla e monotona, scandita dalla
messa e dall’apertura delle poche piccole botteghe. Il paese è un susseguirsi
di villini perfetti, circondati da giardini fioriti e vialetti ordinati. Ma
dietro le belle tende di pizzo di queste abitazioni e dietro le facce
sorridenti dei suoi abitanti si nascondono molti segreti e contraddizioni. A
portare lentamente a galla un disagio che tutti hanno sempre cercato di
nascondere è l’improvvisa morte di Barry Fairbrother, cittadino modello e
consigliere comunale. La sua morte crea un vuoto non solo all’interno dei
delicati equilibri di Pagford, ma anche nel Consiglio stesso. Qualcuno dovrà
occupare il seggio vacante di Fairbrother e la scelta è particolarmente
delicata. Il paese è infatti diviso su una questione molto importante:
l’appartenenza geografica di un quartiere popolare e malfamato, sorto
all’interno dei confini di Pagford ma più vicino a Yarvil. Droga, violenza e
abusi sono all’ordine del giorno ai Fields e per questo il primo cittadino di
Pagford, Howard Mollison, con la sua arcigna moglie Shirley, vorrebbero
allontanarlo dalla loro idilliaca città. Fairbrother era invece un convinto
sostenitore della necessità di mantenere i Fields nei confini cittadini, per
aiutare la sua popolazione a uscire dai confini del quartiere-ghetto. La lotta
per la successione si fa via via più dura e non ha quartiere: i giovani si
opporranno alla vecchia guardia, le mogli ai mariti, i figli ai padri, mentre
lentamente in ogni perfetta famiglia cominciano ad apparire crepe e ad
affiorare segreti inconfessabili.
La Rowling ha creato un mondo, Pagford, che solo chi vive in un
piccolo paese può comprendere. Fortissimo è anche il carattere estremamente
“British” dell’opera e, sinceramente, averlo letto ora che vivo in Inghilterra
mi ha aiutato molto a capire il contesto in cui si muovono i protagonisti. Si
tratta di un’opera corale, ricca di personaggi estremamente complessi e la
Rowling li sviscera lentamente, entrando sempre più in profondità nella loro
psiche. La sua abilità viene a galla soprattutto con i personaggi adolescenti,
che ricoprono un ruolo fondamentale nell’intero romanzo, e che lei è abilissima
(ancora una volta) a descrivere e a farci conoscere. Uno dei temi principali de
“Il seggio vacante” è l’incomunicabilità tra le persone, ed in particolare tra
genitori e figli. A Pagford esiste un muro invalicabile che non permette alle
diverse generazioni di parlarsi e di comprendersi.
Non voglio svelarvi troppo perché, appunto, io ne sono rimasta
stupita. Mi aspettavo un romanzo tagliente e dai toni quasi comici, incentrato
sulle contraddizioni di un piccolo centro abitato con problemi di paese. Invece
i temi trattati sono forti, crudi e attuali; il dramma cresce lentamente fino
ad un finale sorprendente e tragico. La Rowling si dimostra una narratrice
matura e attenta, che sa scrivere anche per un pubblico adulto e affrontando
una realtà che purtroppo, soprattutto nel Regno Unito, è tutt’altro che
idilliaca. Un bel romanzo, indubbiamente.
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