mercoledì 14 dicembre 2011

"1Q84" Murakami Haruki

Murakami è il tipico scrittore che si ama o si odia. Non ci possono essere vie di mezzo. Il mio incontro con la sua scrittura è avvenuto alcuni mesi fa. Su consiglio di mia sorella ho letto “Dance dance dance”. Non sapevo nulla di lui, del suo stile e della sua opera. E l’unico avvertimento ricevuto era stato: “Sicuramente non hai mai letto nulla di simile”. E mai profezia fu più azzeccata. Il romanzo era come un vortice che mi toglieva il respiro ma mi obbligava a proseguire, inghiottita da una trama sempre più contorta e oscura, tinta di noir, di sesso, immagini oniriche inquietanti, trascinata da una scrittura ritmata, suadente. Per arrivare ad un finale dove nulla è chiarito e la differenza tra sogno e realtà tangibile non è mai stata così sottile. L’ho adorato. A seguire ho letto “Norwegian Wood – Tokyo Blues” (il libro forse più intimo di Murakami) e l’inquietante “Kafka sulla spiaggia”. Al momento di cominciare “1Q84” insomma sapevo già in parte cosa aspettarmi. Ma ancora una volta Murakami è riuscito a stupirmi e a conquistarmi. I protagonisti sono Aomame e Tengo, due trentenni che vivono esistenze completamente separate nella Tokyo del 1984. Per una serie di eventi misteriosi Aomame si rende conto di non vivere più nel solito Giappone ma di essere stata catapultata in un mondo parallelo (o alternativo) dove spiccano leggere differenze rispetto al mondo nel quale è sempre vissuta, e delle quali pare essere l’unica ad accorgersi. Una su tutte: il cielo notturno è illuminato dalla solita vecchia luna ma ad essa ne è accostata una seconda, piccola e accartocciata come un fagiolo secco, e di colore verde. È sotto il segno di queste due fredde lune che si svolgeranno le vicende di questa giovane donna misteriosa. Al contempo scopriamo la storia di Tengo, un professore di matematica con l’hobby della scrittura e senza grandi ambizioni, incaricato di riscrivere l’inquietante romanzo di Fukaeri, una diciassettenne bella ed enigmatica, “La crisalide d’aria”. Le storie dei due giovani si alternano con ritmo regolare (un capitolo a testa) e si intrecciano sotto il segno di un passato lontano e di un presente a tinte fosche, caratterizzato dai famigerati Little People evocati da Fukaeri. Le due solitudini di Tengo e Aomame orbitano intorno alle loro esistenze solitarie e vuote, prive di amore e di affetti. 1Q84 è una trilogia e in Italia editi da Einaudi sono usciti solamente i primi due volumi. Ovviamente molto rimane irrisolto, e molto lo resterà anche nel terzo libro, in pieno stile Murakami. Ciò che maggiormente mi ha colpita di questa storia è il relativismo assoluto del mondo descritto: il confine tra sogno, realtà, fantasia, vita quotidiana e finzione letteraria assume contorni sfocati, spesso irriconoscibili non solo per il lettore, ma anche per i protagonisti stessi. La seconda caratteristica che rende grande quest’opera è l’Amore, puro, effimero e totale che si annida in ogni pagina, in ogni riga, anche laddove è palesemente assente. L’Amore non è sesso (che è copioso, selvaggio ma sempre naturale, necessario come in ogni opera di Murakami) ma è idealizzazione, ricordo, dedizione ad un’idea astratta, ma anche obiettivo finale e motore delle scelte decisive della vita. L’amore di Aomame la rende viva, la spinge a lottare, quello di Tengo dà finalmente senso ad un’intera esistenza vissuta spesso senza un progetto, senza un obiettivo. Ora attendo con ansia il terzo capitolo per concludere la lettura di un’opera davvero meravigliosa.

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