Una nuova "puntata" dei miei ricordi di lettura, di quelle piccole meravigliose esperienze che hanno fatto nascere in me l’amore per la letteratura.
Era un pomeriggio estivo, ero in casa con mia sorella e mia madre. Il cielo bigio di colpo si fece plumbeo, di un’oscurità quasi notturna, e grosse gocce di pioggia cadevano con forza, battendo forte contro i vetri delle finestre. I tuoni rimbombavano fortissimi e i fulmini illuminavano con la loro luce gelida la stanza. La corrente elettrica ben presto se ne andò e mia madre per distrarci dal temporale accese alcune candele e cominciò a leggere per noi. Non le solite storie per bambini. Guidata probabilmente da alcuni ricordi sfilò dalla nostra biblioteca un libricino bianco e rosso. Ci spiegò che era un libro di poesie che aveva comprato da ragazzina, di un poeta tedesco dal nome impronunciabile, per noi così piccole. Cominciò a leggere con l’enfasi che solo mia madre sa usare nella lettura. E io rimasi a bocca aperta ascoltando parole così belle ma anche così difficili da comprendere ed assimilare. Era un mistero rimanere così attratti da un racconto pur non comprendendolo davvero, solo cullati dalla bellezza delle parole. Ad anni di distanza ho ripreso quel libro e l’ho letto, questa volta finalmente comprendendolo. Era “Poesie e Canzoni” di Bertolt Brecht. Manco a dirlo ho immediatamente adorato i suoi versi, collegandoli anche ai bellissimi ricordi di quel pomeriggio speciale insieme a mia madre. Per omaggiare questo ricordo la mia tesina di quinta liceo è stata completamente dedicata a questo poeta e alla sua opera. Qui voglio riportare la poesia che con maggior nitidezza ricordo di aver sentito leggere da mia madre.
"Mio fratello aviatore"
Avevo un fratello aviatore.
Un giorno, la cartolina.
Fece i bagagli, e via,
lungo la rotta del sud.
Mio fratello è un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno
di spazio; e prendersi terre su terre,
da noi, è un vecchio sogno.
E lo spazio che s'è conquistato
è sui monti del Guadarrama.
E' di lunghezza un metro e ottanta,
uno e cinquanta di profondità.
Un giorno, la cartolina.
Fece i bagagli, e via,
lungo la rotta del sud.
Mio fratello è un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno
di spazio; e prendersi terre su terre,
da noi, è un vecchio sogno.
E lo spazio che s'è conquistato
è sui monti del Guadarrama.
E' di lunghezza un metro e ottanta,
uno e cinquanta di profondità.
PS: due anni fa sono stata a Berlino con alcuni amici e un pomeriggio sono andata a visitare la casa dove Brecht ha vissuto gli ultimi anni della sua vita e dove è morto. Per chi capitasse a Berlino è un’esperienza unica: mi sono trovata a girare nella sua casa dove ogni cosa (i libri, i mobili, il cappotto appeso alla porta) è rimasta come lui l’aveva lasciata, con una guida turistica adorabile che citava a memoria le sue poesie migliori e mi raccontava aneddoti della sua vita sospirando estasiata “Era un uomo meraviglioso!”. Inoltre ho avuto la fortuna di essere l’unica turista e mi è stato dedicata una visita privata. Quindi l’emozione è stata ancora più grande. Alla fine mi sono anche concessa un giro sotto la neve nel cimitero che costeggia la casa e dove Brecht è sepolto. Davvero imperdibile, un’esperienza che mi è rimasta nel cuore.
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