Devo ammettere di aver iniziato "Un karma pesante" con una certa dose di scetticismo ma anche con molta curiosità. Non avevo mai letto nulla di Daria Bignardi e se da un lato il binomio "personaggio televisivo-scrittore" mi fa sempre istintivamente arricciare il naso (sì, lo so, sono radical-chic!), dall'altro ero certa che da ottima lettrice e donna acuta che è, sicuramente qualche sorpresa me l'avrebbe riservata. Ed infatti, nonostante qualche imperfezione (alcuni aspetti della vita della protagonista sono trattati in modo fin troppo sbrigativo, considerando invece la loro importanza nell'economia della storia), si tratta di un bel romanzo.
Eugenia è la voce narrante e la protagonista assoluta di questo flusso di coscienza. Pur essendo una regista affermata e avendo una splendida famiglia, l'esistenza di questa donna è contraddistinta da un profondo senso di paura, di insoddisfazione, di vuoto, fin dalla giovinezza. La causa delle sue insicurezze ci viene svelata pagina dopo pagina, nel racconto del suo tumultuoso passato, del suo difficile rapporto con la famiglia e le sue autodistruttive relazioni con gli uomini. La Bignardi dipinge sapientemente un ritratto di donna che è innanzitutto veritiero. Eugenia è una donna spezzata, insicura e al contempo decisa, forte ma estremamente fragile, divisa tra le sue aspirazioni personali e il bisogno viscerale di accudire se stessa e il proprio nido. E' insomma una donna in carne e ossa, un personaggio credibile proprio perché ricco di contraddizioni, dubbi, difetti. Perché è proprio questo che stupisce di più: Eugenia è una donna che a pelle sembra egoista ed egocentrica, opportunista e fredda. Eppure quando il suo pensiero viene sviscerato non rimangono che la sua umanità e la sua somiglianza con ogni donna. Infatti, molti dei pensieri, dei discorsi e dei dubbi che esprime, in particolare riguardanti il suo rapporto con Pietro e con il suo lavoro, almeno una volta li ho fatti anche io. E non credo di essere l'unica.
"Un karma pesante" è un bel romanzo, soprattutto femminile, e mostra uno stile maturo, curato e piacevole, da cui si evince l'amore e la passione della Bignardi per la parola stampata.